La Roma esce sconfitta di misura dal ”De Kuip” di Rotterdam grazie al goal-vittoria di Wieffer, che dal 54′ fa pendere la bilancia della qualificazione leggermente dalla parte olandese, in vista del ritorno decisivo all’Olimpico, tra sette giorni. Eppure la gara in terra oranje avrebbe potuto avere ben altro sapore per la squadra di Mourinho, se solo Pellegrini nel finale del primo tempo non avesse calciato sul palo il rigore del possibile vantaggio romanista. C’è poi da dire che la Dea Bendata ha continuato a non sorridere ai giallorossi neanche nel secondo tempo, quando dopo un’ora di gioco Ibañez ha colpito una traversa che grida ancora vendetta. Alla fine la Roma è uscita battuta dal Feyenoord, ma consapevole di potersela ampiamente giocare tra le mura amiche, col supporto del pubblico giallorosso. Cio’ che semmai preoccupa davvero tutto l’ambiente capitolino è invece la situazione infortunati, con Dybala ed Abraham usciti entrambi doloranti dal campo.
Per la gara di andata dei quarti di Europa League Mourinho ritrova Ibañez in difesa, mentre a centrocampo torna la coppia Matic-Cristante, con Pellegrini e Dybala a supporto di Abraham, che ritrova anch’egli una maglia da titolare. Solo panchina inizialmente invece per il grande ex dell’incontro, Wijnaldum. Sull’altro fronte, per cercare una sorta di rivincita alla scorsa finale di Conference, Slot se la gioca a viso aperto con un 4-3-3 d’assalto, con davanti il trio formato da Jahanbakhsh, Gimenez e Idrissi, supportati dai frequenti inserimenti di Kökçü.
PRIMO TEMPO – Lo spagnolo Sanchez apre le danze ed è il Feyenoord a prendere di petto il match, anche se la prima palla-goal la costruisce invece la Roma: all’8′ Pellegrini su punizione trova la testa di Cristante, ma il pallone è facile preda di Bijlow. I padroni di casa agiscono molto palla a terra con fraseggi veloci, ma la squadra di Mourinho sembra piuttosto preparata a questo ed infatti difende con ordine e tempismo, senza rischiare nulla. Al 20′ arriva così la seconda occasione da rete della gara ed è ancora di marca giallorossa: Dybala ci prova su punizione dal limite, ma la palla non scende e finisce alta. La partita della Joya di fatto è tutta qui, perchè quattro minuti dopo il campione del mondo accusa un problema muscolare ed è costretto ad alzare subito bandiera bianca, al suo posto entra El Shaarawy. L’impatto del Faraone sul match è ottimo, con Stephan che al 27′ attacca subito la profondità, sombrero al difensore, tiro col sinistro e Bijlow che la tocca quel tanto che basta per salvarsi in angolo, anche se poi il tutto viene reso vano dalla posizione di offside di partenza dello stesso El Shaarawy. Il Faraone tenta poi anche di testa di mettere la sua impronta sulla gara, ma di poco manca il pallone ed il Feyenoord respira. Respira a tal punto, che un minuto dopo arriva anche la prima grande occasione per gli olandesi: Kökçü serve un bel pallone verticale a Szymanski, col polacco che sfugge alla marcatura di Matic e si infila, ma poi col destro calcia fuori, sprecando il tutto. Il buon momento del Feyenoord porta poi al tiro anche Geertruida, ma il pallone è alto. Al 39′ poi Szymanski ci riprova anche con l’altro piede, ma il suo tiro esce ancora a lato, deviato da un giocatore della Roma. Il finale del primo tempo si accende poi ancora di più al 42′, quando su un calcio d’angolo per la Roma Wieffer interviene con la mano, nel tentativo di ostacolare Abraham: è calcio di rigore ed è un’occasione d’oro per la Roma. Dagli undici metri però Pellegrini sbaglia clamorosamente, colpendo in pieno il palo e graziando Bijlow. La prima frazione si chiude con un’iniziativa sulla destra di Jahanbakhsh, sventata molto bene da Rui Patricio.
SECONDO TEMPO – L’errore evidentemente pesa sulla testa di Pellegrini, fatto sta che Mou lo lascia negli spogliatoi, al suo posto c’è Wijnaldum. Come nel primo tempo, è sempre il Feyenoord a creare gioco in mezzo, ma è la Roma ad avere le occasioni migliori: Cristante la gira di testa in avvio, ma la palla è fuori. Poi però al 54′ la musica cambia: Idrissi supera Zalewski ed arriva sul fondo, prima di crossarla all’indietro per il liberissimo Wieffer, bravo poi a calciare dal limite dell’area al volo ed a trovare l’1-0 con un gran tiro. Nella Roma a questo punto piove sul bagnato, con Abraham che si fa male alla spalla ed è costretto anche lui a dare forfeit: dentro Belotti. La sfortuna romanista continua pochissimi minuti dopo: Ibañez colpisce di testa su angolo e prende la traversa, col pallone che poi scende, ma non oltrepassa interamente la linea di porta. Si resta dunque sull’1-0 per gli olandesi e Slot però inizia a correre ai ripari ed inserisce Paixao. Nella Roma intanto El Shaarawy tenta la conclusione da fuori, ma spreca malamente altissimo. Non va meglio, stavolta per fortuna della Roma, neanche a Kökçü, che ci prova su punizione, ma manda alto. Nel festival delle occasioni mancate tuttavia El Shaarawy ha una marcia in più, visto che ai -20′ dal termine il Faraone spreca ancora, calciando larghissimo da ottima posizione, il pallone del possibile pari. La squadra di Mourinho ora spinge fortissimo negli ultimi 20 metri, alla ricerca del goal che renderebbe più semplice la gara dell’Olimpico: si fanno vedere Smalling e Zalewski, ma il Feyenoord alza le barricate. L’unico che prova a tenere su i padroni di casa è l’ottimo Kökçü: il nazionale turco tenta col suo sinistro dal limite, ma manda fuori di poco, spaventando comunque non poco la Roma. Mancini poi si addormenta ad un quarto d’ora dalla fine e Paixao può così provare anch’egli l’ebbrezza del tiro in porta, ma Rui Patricio para. Sono tuttavia occasioni sporadiche, perchè in questo finale la spinta è tutta romanista, con Matic e Zalewski che tentano nel cuore dell’area di trovare un pertugio, ma il muro difensivo dei padroni di casa regge. Ormai è una lotta su ogni pallone ed il castello difensivo del Feyenoord sembra poter venire giù all’87’, quando Wijnaldum, l’ormai ex enfant prodige di casa, dal limite dell’area fa partire un gran tiro improvviso che esce fuori di poco. Finisce così 1-0 per la squadra di Slot il primo tempo di una gara lunga 180 minuti: all’Olimpico sarà un’altra musica…