La Roma torna da Salisburgo con una sconfitta bruciante a soli 2 minuti dal 90′, piegata dal goal-vittoria di Capaldo che condanna i giallorossi ad un k.o. del tutto immeritato. Finisce dunque 1-0 per gli austriaci il primo tempo della partita-qualificazione, con la squadra di Mou che ha giocato meglio dei padroni di casa, colpendo anche un palo ed una traversa. Alla luce di quanto visto nei 90 minuti i capitolini non devono affatto disperarsi, perchè il discorso-qualificazione è ancora apertissimo ed ampiamente alla portata dei ragazzi di Mou.
Per la gara della Red Bull Arena Lo Special One manda in campo i migliori, con Zalewski ed El Shaarawy a presidiare le due fasce, mentre in mezzo c’è l’inossidabile coppia Cristante-Matic. Davanti poi si va sul velluto, con Pellegrini e Dybala ad agire a supporto di Abraham. Sull’altro fronte, i biancorossi se la giocano col 4-4-2 con Sucic vertice avanzato del rombo di centrocampo, mentre davanti a fare da guastatori ci sono Okafor e Fernando.
PRIMO TEMPO – La gara prende il via agli ordini di Higler, fischietto olandese che sostituisce all’ultimo lo svedese Nyberg. Dopo un minuto di silenzio rigoroso e ”vero”, fatto osservare dal direttore di gara per ricordare le migliaia di morti provocati dal terremoto in Turchia e Siria, è la squadra di casa a prendere il comando delle operazioni: Sucic ci prova in un paio di occasioni, ma i suoi tentativi sono velleitari. All’8′ ancora austriaci all’attacco, stavolta però in modo serio: Capaldo ci prova dal limite e fa partire un destro secco, Rui Patricio para a terra. La Roma in questo avvio fatica a prendere le misure all’avversario ed al 10′ El Shaarawy ci mette anche del suo per complicare le cose: il Faraone sbaglia completamente in fase di impostazione e Seiwald immediatamente attiva Okafor, destro dell’attaccante e pallone alto. Il giro-palla dei padroni di casa intanto sale di intensità e guadagna metri preziosi, così al 14′ ancora l’illuminante Seiwald trova ancora Okafor, stavolta però dentro l’area romanista, e serve il miglior Smalling per alzare il muro e ricacciare indietro il Salisburgo. Dopo i primi 20 minuti la Roma capisce finalmente che, se non vuole uscirne con le ossa rotte, deve iniziare anche lei a rispondere pan per focaccia: El Shaarawy cerca Abraham in verticale e Pavlovic all’ultimo anticipa l’inglese e si salva in calcio d’angolo. L’intesa tra i due romanisti tuttavia trova comunque il modo per concretizzarsi al 24′: il Faraone stavolta crossa dalla fascia e Tammy con un bello stacco di testa colpisce, ma Kohn para. La Roma prende coraggio ed inizia a salire sempre di più di intensità, mettendo in difficoltà gli austriaci: due minuti dopo è Zalewski dalla fascia opposta a cercare ancora la testa di Abraham e Tammy si fa trovare prontissimo all’appuntamento, ma la palla esce a lato. Alla mezz’ora poi nuovo affondo dei giallorossi, ancora con El Shaarawy, ma stavolta il Faraone va a sbattere contro i muscoli di Gourna-Douath e l’occasione sfuma. Il primo tempo a questo punto sembrerebbe ormai aver già detto tutto, ed invece è proprio nel finale che arriva la palla-goal più clamorosa: al 43′ Cristante serve di prima intenzione una grandissima palla in profondità per Abraham, che dribbla Pavlovic, se la sistema sul destro da ottima posizione e calcia, ma Kohn respinge con un grandissimo intervento ”alla disperata” ed è poi anche fortunato perchè si ritrova di fatto tra le mani il pallone dopo un tentativo di spazzare da parte di Dedic. Il primo tempo di chiude con un tiro improvviso di Okafor, che recupera palla da posizione assai defilata e per poco non trova un ”golazo”. I primi 45′ si chiudono dunque 0-0, ma con i fuochi d’artificio finali.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con un piccolo giallo: Mourinho infatti inserisce Celik e lascia negli spogliatoi niente meno che Dybala, senza che apparentemente ci siano stati problemi fisici per la Joya: in realtà poi in corso di gara si vedrà lo stesso Paulo appoggiarsi il ghiaccio sui flessori, facendo chiaramente intuire il perchè della inaspettata sostituzione. Roma dunque in campo senza il suo miglior giocatore, con Celik a destra, El Shaarawy che avanza e Zalewski che torna a sinistra. Stavolta è proprio la squadra di Mou a partire a razzo, ma il Salisburgo alza il muro e si salva. Al 55′ invece grossa occasione per la squadra di Jaissle: Capaldo fa partire il suo destro dal limite dell’area ed il tiro dell’argentino trova una doppia deviazione della difesa romanista, col pallone che cambia traiettoria ed esce però a lato, tra i sospiri di sollievo dei tifosi giallorossi. A questo punto la gara entra in un nuovo equilibrio: le due squadre tutto sommato si equivalgono nel batti e ribatti a centrocampo e sul piano del gioco non si vede di fatto più nulla. Allo scoccare dell’ora di gara allora Jaissle si gioca il primo cambio: fuori Fernando e dentro Adamu. Proprio il nuovo entrato prova subito a farsi vedere su un bel lancio di Seiwald, ma l’impatto col pallone non è dei migliori e l’occasione sfuma. Il ritmo-gara intanto continua a scendere ed El Shaarawy nella Roma sembra in realtà l’unico che questa partita la voglia vincere, ma così non basta. La partita poi si riaccende improvvisamente negli ultimi 20 minuti con un coast-to-coast di Zalewski, che sfrutta un errore di Okafor e si invola in contropiede, ma poi getta via un allettante due contro due, chiuso dall’onnipresente Seiwald. Trascorrono tre minuti ed i giallorossi vanno nuovamente vicinissimi al goal su schema d’angolo, con Cristante che di testa colpisce la base del palo su un cross al bacio di Pellegrini. Per l’ultimo quarto d’ora Mou cambia l’attacco: fuori Pellegrini ed Abraham, dentro Wijnaldum e Belotti. Proprio il ”Gallo” all’81’ potrebbe subito andare a segno, sfruttando una ”torre” di Smalling in area, ma la girata dell’ex Toro viene respinta d’istinto da Kohn con l’aiuto determinante della traversa. Secondo ”legno” dunque per una Roma che non si può certo dire fortunata… Jaissle a questo punto si gioca tutto ed inserisce Gloukh e Koita, ma è la Roma in questo finale a spingere alla ricerca della vittoria, col Salisburgo in grande affanno. Quando poi la Roma sembra rassegnata al pari, ecco che all’88’ il Salisburgo pesca il Jolly: Pavlovic, che al ritorno sarà squalificato, si gioca tutte le sue cartucce personali e dalla sinistra fa partire un cross perfetto per la testa di Capaldo, che brucia sul tempo un distratto Matic e di testa infila all’angolino il pallone del pesantissimo 1-0 finale. Immeritato quanto si vuole, ma il calcio è anche questo… Negli ultimi 4′ finali di recupero la Roma tenta poi il tutto per tutto, ma è troppo tardi: finisce con la vittoria di misura del Salisburgo, ma all’Olimpico tra 7 giorni sarà tutt’altra musica…