Una Roma già traballante frana miseramente a Firenze ed incassa un pesantissimo 5-1 dai viola di Palladino. Al di là della larghissima sconfitta, a destare vera preoccupazione è l’atteggiamento mentale e fisico dei capitolini, incapaci di reagire e costantemente messi sotto dalla Fiorentina, tanto che ad un certo punto anche lo spettro del già visto 7-1 sembrava essere più che possibile nella nera notte fiorentina. A questo punto, dopo una sconfitta di questa portata, è molto probabile che il percorso di Juric sulla panchina capitolina sia giunto al capolinea, anche se il turno infrasettimanale in arrivo giovedì, con la gara casalinga contro il Torino, potrebbe invece dare una temporanea boccata d’ossigeno al tecnico croato.
Per la gara del Franchi Juric schiera il 3-4-2-1 con Mancini che torna titolare ed Angeliño che scala a centrocampo, mentre in mezzo si rivede anche Pisilli dal primo minuto. Davanti invece si va sul sicuro, con Pellegrini e Dybala a supporto di Dovbyk. Per quanto riguarda i padroni di casa, Palladino se la gioca invece col 4-2-3-1, con l’ex laziale Cataldi in mezzo al campo e con il trio Colpani-Beltran-Bove alle spalle di Kean.
PRIMO TEMPO – L’approccio dei giallorossi nei primissimi minuti del match è incoraggiante, con De Gea che in un paio di occasioni è costretto a sporcare i guantoni, seppure per ordinaria amministrazione. E’ invece ben diversa la pericolosità della Fiorentina, che al primo tiro in porta va subito in goal: è il 9′, Kean va al triangolo con Beltran e poi con un sinistro chirurgico all’angolino trova un colpo da biliardo che vale già l’1-0. La Roma incassa senza reagire, così è ancora la squadra toscana a pungere: Dodò manda alto (12′), poi un minuto dopo Beltran la crossa a centro area per Kean e l’attaccante Azzurro pero’ colpisce male, sprecando a lato il possibile raddoppio. Il forcing della Viola tuttavia non si ferma ed al quarto d’ora arriva l’episodio che indirizza subito il match su acque agitate per i ragazzi di Juric: Çelik si allunga troppo il pallone dentro la propria area ed è così costretto ad entrare in ritardo e fallosamente su Bove, è calcio di rigore. Dagli 11 metri Beltran non sbaglia, Svilar è spiazzato e la Fiorentina è avanti di due dopo soli 16 minuti di gioco. A questo punto la squadra di Juric imposta il suo giro-palla a centrocampo, nel tentativo quantomeno di arginare la squadra di Palladino, ma serve davvero a poco, perchè al 21′ ci vuole il miglior Svilar per evitare il tris di Cataldi, col pallone che, deviato dal belga, esce fuori di un soffio. Al 32′ Juric prova a cambiare l’inerzia del match: fuori Cristante ed Angeliño, dentro Konè e Zalewski. Ed in effetti le mosse del tecnico sembrano funzionare nell’immediato, perchè al 39′ proprio Konè fa partire un grandissimo destro sul 2° palo da fuori area ed il pallone va ad infilarsi all’angolino, lì dove De Gea non può nulla. Ci si aspetta a questo punto una Roma rinvigorita e rincuorata, ed invece il nuovo inizio dei giallorossi dura lo spazio di due minuti scarsi, perchè al 41′ la Fiorentina cala già il tris: Gosens va al corpo a corpo con Çelik ed ha la meglio sul turco, ma mentre la Roma protesta con Sozza arriva da dietro come un treno Bove, cross perfetto del grande ex per Kean e pallone in rete con i difensori giallorossi schierati perfettamente ”a presepe”, mancavano solo le lucine… Il primo tempo ”horror” della Roma si chiude con un tiro alto di Bove (46′) e con le scintille finali tra Pellegrini e Dodò, evidente segno della mancanza di tranquillità in casa-Roma…
SECONDO TEMPO – Juric si gioca il tutto per tutto e cambia il modulo: fuori Mancini e dentro Baldanzi, con la Roma che passa al 4-3-2-1, col conseguente arretramento di Pellegrini. Anche stavolta tuttavia i giallorossi non hanno il tempo di metabolizzare i cambiamenti, perchè al minuto 52 (ironia del destino, lo stesso numero indossato da Bove nella Roma…) Colpani manda dentro l’area proprio Edoardo, che è bravissimo ad inserirsi di forza, a superare Çelik e ad infilare in rete alle spalle dell’ex compagno Svilar il pallone del 4-1. L’ex giallorosso non esulta per rispetto verso la squadra che l’ha cresciuto, tuttavia il proverbiale ”goal dell’ex” è valido a tutti gli effetti… N’Dicka sette minuti dopo prova a far rialzare la testa ai suoi con una ”zuccata” aerea, ma la conclusione dell’ivoriano non fa che il solletico a De Gea. E’ invece decisamente più pericoloso Dybala tre minuti dopo su punizione, ma l’ex portiere del Manchester vola da par suo e con l’ausilio del palo salva la sua porta. Le residue speranze della Roma affondano poi definitivamente al 65′ quando Hermoso, già ammonito, si fa cacciare per secondo giallo dopo un evidente fallo su Dodò. A questo punto, sopra di tre reti e con un uomo in più, Palladino può anche permettersi di mandare a riposo Bove e Beltran, dentro Sottil e Kouamè. Juric invece, temendo evidentemente l’imbarcata, o forse più per salvarsi la faccia, toglie Dybala ed inserisce Hummels, al suo esordio con i giallorossi. La Roma tuttavia continua a subire costantemente la spinta propulsiva dei toscani ed al 70′ Sottil va vicinissimo al pokerissimo, fermato solo da Svilar, che con un volo plastico si rifugia in corner. Dal tiro dalla bandierina pero’ sbuca la testa di Kouamè ed il pallone finisce sulla testa di Hummels, la cui deviazione involontaria disorienta Svilar, per la più classica delle autoreti e per il più sfortunato degli esordi. E’ il sigillo finale del 5-1. Sulla Roma scende la notte più nera, mentre la Viola approfitta dell’allenamento imprevisto per ”fare accademia” con Gosens prima e Sottil poi, ma il sesto goal non arriva solo perchè Svilar ha deciso di chiudere la porta. Ormai però i buoi erano già scappati tutti…