Josè Mourinho è il solito fiume in piena nella consueta conferenza del dopogara, al termine di Roma-Verona: il tecnico portoghese esalta la bontà del gruppo giallorosso: ”Hanno vinto tutti, con uno spirito di gruppo e con uno spirito di sacrificio incredibile! I ragazzi più giovani crescono, c’è un lavoro che li fa migliorare, crescono di qualità, stanno lavorando sulle dinamiche. Abbiamo giocato molto bene, se così si può dire contro una squadra come il Verona che ha uno stile di gioco contro cui è difficile giocare e costruire. I ragazzi hanno fatto un grandissimo recupero: Cinque-sei di loro hanno giocato anche in Austria, poi c’è Karsdorp che non giocava da più di due mesi, Spinazzola che rientrava dall’infortunio, Bove che l’anno scorso giocava su un campo di plastica e che un anno e mezzo fa stava per andare in prestito ad una squadra di C… Poi c’è Solbakken che impara a giocare con noi e che sta imparando a conoscere tatticamente la nostra squadra… E poi El Shaarawy, che nella sua carriera ha saltato molte partite per infortuni ed ora invece sta giocando fino ai limiti delle sue forze… Oggi poi Zalewski ha giocato anche attaccante destro… Ogni volta lui non sa neanche dove giocherà, perchè a volte gioca a sinistra, a volte a destra, a volte più avanzato…”.
Nonostante l’impegno di tutta la squadra, lo Special One non vede apprezzato come vorrebbe il lavoro dei suoi: ”Eppure la gente non dà tutto quello che la squadra merita, non gli dà il giusto riconoscimento… Questa cosa mi dispiace, per questo sono ultra grato ai ragazzi per quello che hanno fatto!”. In sala stampa a questo proposito viene ricordato come all’Olimpico stasera ci fosse il ventitreesimo sold out consecutivo: il supporto del tifo dunque non manca, Ma Mou ci tiene a mettere i puntini sulle i e si spiega meglio: ”C’è una curva che appoggia, ma poi ci sono delle zone passive e infine c’è anche una zona di ”tifosi avversari” che si sposta dal settore ospiti e si va a posizionare in curva per tifare contro di noi…”. La metafora di Mou è paradossale, così il tecnico giallorosso spiega meglio cosa intende: ”Ci sono sold out e sold out: C’è il sold out contro il Bodo e lì lo stadio vince la partita già da solo, e poi ci sono sold out come quello di oggi ed è un peccato, perchè ho sentito dei fischi, quando la gente guarda a quello che fa il terzino destro e lì non c’è nè Cafu, nè Maicon… Quando Cafu perde palla hai motivo per non essere contento, perchè Cafu è il migliore del mondo nella sua posizione, come Maicon, come De Rossi a centrocampo: quando perdeva palla, è normale allora che questo non potesse piacere… Ma quando Bove all’80’ perde palla e arrivano i fischi… Ma che cos’è? Bove poi è romano e romanista: se sono tifosi della Roma, lo dovrebbero portare in braccio, perchè lui ama la Roma più di loro! Ripeto che in un anno e mezzo è passato da un prestito in C ad essere titolare nella Roma… Oppure Cristante che corre 12 chilometri ogni partita: quando perde palla e poi morde per recuperare subito, ci vuole rispetto, non è poco… Noi siamo gente seria, che dà tutto in campo. Abbiamo perso con la Cremonese, abbiamo pareggiato a Lecce, ma la squadra dà tutto e va rispettata! Pellegrini pure viene fischiato e la gente non sa i sacrifici che fa per giocare… Veramente, mi scuso perchè l’allenatore va criticato, non i giocatori… Mi scuso con Spalletti ed Inzaghi, perchè non posso fare come loro, che ne cambiano quattro e ne entrano altri quattro di pari valore… Per me questo non è un problema, ho 60 anni ed i capelli bianchi, ovviamente voglio vincere oggi come volevo vincere 20 anni fa, ma devo difendere i miei ragazzi, meritano di più! Solitamente poi le squadre che hanno pressioni mediatiche e sociali tali per cui devono fare grandi cose sono squadre che non hanno bisogno di far crescere i giocatori… Ripeto, il Bove di oggi è diverso dal Bove di un anno e mezzo fa che doveva andare a giocare in C, neanche in B… Solbakken è arrivato qui dopo che non si era mai allenato in carriera su un campo di erba naturale…”.
Ed a chi critica Mou di avere lui per primo fatto ”figli e figliastri”, lo Special One risponde candidamente: ”Se ho sbagliato, mi scuso anch’io: se alludete a quello che è successo con Karsdorp, al fatto che ho esagerato, avete ragione. Se qualche volta col mio stile comunicativo apro la porta a critiche verso i giocatori, se sentite che è responsabilità mia, mi devo scusare. Se però invece dico che i ragazzi devono fare un percorso, è diverso: Qual è l’ultimo allenatore qui che ha avuto bisogno di fare crescere i giocatori? Bisogna risalire a moltissimi anni fa: Capello non mi sembra che avesse questo problema con Totti, Batistuta, Delvecchio e Montella… E neanche negli anni più recenti con Dzeko, Salah…”
Quindi, ecco arrivare la puntuale critica a certa stampa: ”Voi non aiutate, perchè dite che noi vinciamo per fortuna, che segnamo solo su episodi da calcio da fermo… I ragazzi invece hanno bisogno di parole belle! Oggi è andata, senza credito e senza merito stando a sentire alcuni, ma è andata, e giovedì ce n’è un’altra: se vinciamo è fantastico, ma se perdiamo andiamo a casa e dormiamo tranquilli, perchè anche nella sconfitta è giusto che poi dormiamo tranquilli ed in pace con noi stessi…
Josè spende infine due parole per elogiare Belotti, vicinissimo al goal del 2-0 ed autore di un’ottima prestazione, dopo il quasi-goal di giovedì a Salisburgo: ”Ha fatto una grandissima partita! Giovedì meritava di fare quel goal, ed anche oggi c’è stata la grandissima parata di Montipò”.
Non male anche il rientro di Spinazzola, ma Mourinho preferisce elogiare tutti: ”Spinazzola ha fatto una partita fantastica! Ma è dura per me dopo una partita di questo tipo indicare il migliore in campo, perchè per me ad essere migliore è stata la squadra! Onestamente al 60′ pensavo di cambiare sia Spinazzola che Karsdorp, poi però ho visto che Leo ha gestito la sua partita in modo da arrivare al 90′ con una condizione molto buona. Ma anche El Shaarawy e Cristante hanno fatto uno sforzo fantastico… Solbakken, Bove, Karsdorp…. Ho visto una grande partita di squadra, sono molto, molto contento per loro, perchè non meritavano di non vincere questa partita contro un avversario difficile”
La chiusura è con alcune parole che suonano minacciose per il futuro: ”A fine stagione ho qualcosa da dire, ora però non è il momento… In un anno e mezzo che sono qui ho fatto zero interviste. Magari sbaglio, ma devo aspettare fino alla fine…”